giovedì 24 dicembre 2020

Vigilia di non-Natale

 Piove. È giovedì. Sono a Milano. In questa vigilia di non-Natale, ho ritrovato un vecchio scatto del 23 dicembre 2008, realizzato in occasione di una visita a Milano durante i miei anni americani. Anche il 2008 fu un anno denso di accadimenti, sia sul piano personale che su quello storico, ma devo dire che le prospettive, allora, sembravano estremamente più rosee di quelle odierne (sono trascorsi dodici anni e, si sa, l'età porta saggezza e una certa dose di pessimismo). La Torre Velasca sbuca all'improvviso, imboccando via Pantano da via Festa del Perdono. Per una tragica coincidenza, la circostanza toponomastica si trasforma in una metafora dell'esistenza: siamo in un pantano (e che pantano!) e attendiamo un perdono collettivo che ci liberi da una condizione a dir poco opprimente (da cui, la Festa). Tornerò a parlare della Velasca, magari con qualche scatto più recente. Ora mi godo la pioggia e un po' di quiete domestica.   

Torre Velasca, studio BBPR, Milano

Dicembre 2008. La Torre Velasca è da alcuni considerata uno degli edifici più brutti del mondo: sui gusti non si discute, ma non sono per nulla d'accordo.


2 commenti:

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 Nelle grandi città, l'altro è sempre stato visto con sospetto e un po' di fastidio: l'altro è quello che hai davanti per strada...