martedì 29 dicembre 2020

Paesaggi siberiani

 È stata una singolare esperienza, stamattina prima dell'alba, mettermi in viaggio verso il lavoro, per il consueto inventario di fine anno. Con le temperature glaciali della notte, la neve caduta il giorno prima si è  infatti trasformata in una spessa coltre di ghiaccio e i residui della pulizia delle strade, opportunamente lasciati davanti alle auto parcheggiate, hanno creato delle solide trincee ghiacciate: lascio immaginare come sia stato divertente uscire dal parcheggio, con il marciapiede a destra, a sinistra il muro di ghiaccio e davanti una pista di pattinaggio. Alla fine ce l'ho fatta, dopo aver rischiato di bruciare la frizione, il motore e tutto il resto, nonché di carambolare sulle altre auto in sosta. Per fortuna, il mio Pandino è una specie di mulo e sono arrivato sano e salvo al lavoro. Le strade principali, nonostante l'abbondanza della nevicata, sono state pulite e salate al punto giusto. Complessivamente, direi che la città ha affrontato abbastanza bene anche questa piccola emergenza nell'emergenza. 

Piazza Meda, Milano, Solare di Arnaldo Pomodoro

Dicembre 2010. Il Disco Solare di Arnaldo Pomodoro minaccia di rotolare sugli ignari passanti, in una piazza Meda gelata. 

domenica 27 dicembre 2020

È arrivata

 Attesa dai modelli meteo, la neve è arrivata puntuale. Nella notte si è formata una coltre di almeno otto centimetri, come non si vedeva da parecchi anni. Oggi, niente foto serie: la magia della neve è far tornare bambini anche quelli che hanno molte primavere sulle spalle. Buona magia a tutti!

La neve a Milano

Dicembre 2020. Questo annus horribilis ci ha fatto un piccolo dono, forse come tentativo estremo di captatio benevolentiae. 


sabato 26 dicembre 2020

Il deserto dei Tartari

 A pochi passi da Piazza della Repubblica, su viale Vittorio Veneto, sorge un imponente complesso residenziale degli anni trenta, noto come Casa della Fontana. Fa un po' sorridere, in questa Milano deserta e surreale, pensare che in quella casa abbia vissuto Dino Buzzati. Speriamo solo che l'attesa della nostra salvezza collettiva non si trasformi della difesa senza tempo di una Fortezza Bastiani. 

Casa della Fontana, viale Vittorio Veneto, Milano

Novembre 2020. Nel cortile della Casa, sorge la fontana eponima. Molti condomini milanesi, specialmente nei ricchi quartieri borghesi, custodiscono al loro interno bassorilievi o statue. Una città tutta da scoprire, la nostra bella Milano!

giovedì 24 dicembre 2020

Vigilia di non-Natale

 Piove. È giovedì. Sono a Milano. In questa vigilia di non-Natale, ho ritrovato un vecchio scatto del 23 dicembre 2008, realizzato in occasione di una visita a Milano durante i miei anni americani. Anche il 2008 fu un anno denso di accadimenti, sia sul piano personale che su quello storico, ma devo dire che le prospettive, allora, sembravano estremamente più rosee di quelle odierne (sono trascorsi dodici anni e, si sa, l'età porta saggezza e una certa dose di pessimismo). La Torre Velasca sbuca all'improvviso, imboccando via Pantano da via Festa del Perdono. Per una tragica coincidenza, la circostanza toponomastica si trasforma in una metafora dell'esistenza: siamo in un pantano (e che pantano!) e attendiamo un perdono collettivo che ci liberi da una condizione a dir poco opprimente (da cui, la Festa). Tornerò a parlare della Velasca, magari con qualche scatto più recente. Ora mi godo la pioggia e un po' di quiete domestica.   

Torre Velasca, studio BBPR, Milano

Dicembre 2008. La Torre Velasca è da alcuni considerata uno degli edifici più brutti del mondo: sui gusti non si discute, ma non sono per nulla d'accordo.


domenica 13 dicembre 2020

Strati di memoria

 Piazza della Repubblica è enorme: potrebbe tranquillamente ospitare un grande stadio o parecchie cattedrali delle dimensioni del Duomo; invece è vuota, caotica e poco accogliente. Nella sua parte meridionale sorgevano una volta le mura spagnole della città, le cui vestigia sono chiaramente visibili lungo viale Vittorio Veneto. Nella parte settentrionale, invece, era ubicata la vecchia Stazione Centrale, sostituita dal nuovo complesso monumentale nel 1931. Negli anni trenta, con la demolizione dei fabbricati ferroviari, l'area venne ribattezzata Piazza Fiume e divenne importante punto di raccordo tra gli assi viabilistici allora in corso di espansione. I confini della piazza furono delimitati da edifici residenziali imponenti e austeri, ma di grande fascino. L'assenza di attrazioni per il grande pubblico la rende oggi essenzialmente un gigantesco incrocio e un punto di interscambio tra metropolitana e passante ferroviario. Pochi si soffermano ad ammirare la bellezza degli edifici e le tracce lasciate dalla storia. La maggior parte dei passanti frettolosi non sa che ancora oggi esistono pali tranviari con i fori causati dalle schegge dei bombardamenti e che attorno ai binari dei tram, una volta, cresceva il grano...  Piazza della Repubblica è l'immagine stessa di Milano, il biglietto da visita per chi arriva dalla stazione, il paradigma di un'urbanistica che distrugge per ricostruire, che crea il futuro sulle basi di un grande passato: per questo, la amo. 

Case Bonaiti e Malugani di Piazza della Repubblica a Milano, opera di Giovanni Muzio

Novembre 2020. Case Boinaiti e Malugani, opera di Giovanni Muzio. L'appartamento dei miei sogni, a Milano, è lì.

martedì 8 dicembre 2020

Passato e presente

 Quello della Bicocca è un quartiere che suscita sentimenti contrastanti: lo si ama o lo si odia, ma raramente gli si rimane indifferenti. Inutile dire che io sono tra gli estimatori più accesi di questa grande opera di Vittorio Gregotti, recentemente scomparso. A molti la Bicocca sembra solo un agglomerato di parallelepipedi di calcestruzzo, con enormi spazi vuoti tutto intorno. A me, oltre all'indiscutibile valore architettonico di molti edifici, piace pensare che i vuoti erano una volta riempiti da catene di montaggio, binari, uomini intenti alla produzione di una ricchezza che oggi stiamo lentamente sperperando. Oggi, lì, si produce sapere, più impalpabile di treni e pneumatici, ma alla base della nostra società. E quei palazzi un po' tristi che guardano piazze deserte devono servirci come monito a non sprecare il nostro patrimonio intellettuale, come allora gettammo alle ortiche la nostra potenza industriale.

Milano, quartiere Bicocca, viale dell'Innovazione, viale Piero e Alberto Pirelli, sede Deutsche Bank

Gennaio 2017. Bianco e nero originale su pellicola.

sabato 5 dicembre 2020

Uomini in scatola

 Tra i pochi vantaggi di questo ponte di Sant'Ambrogio, piovoso e forzatamente domestico, c'è sicuramente quello di non dover usare l'automobile per ben quattro giorni. Ogni tanto mi fermo a riflettere su quanto tempo sia costretto a trascorrere chiuso nella mia scatola motorizzata e, se da un lato mi sento fortunato perché il percorso casa-lavoro è davvero breve (circa 13 chilometri, andando contro il traffico pendolare), dall'altro mi turba constatare che la guida è (o dovrebbe essere) un'attività incompatibile con qualsiasi altra, specialmente la lettura. Un'ora al giorno di auto per un intero anno lavorativo sono più o meno 240 ore, quindi dieci giorni di vita assolutamente dedicati al volante e non ai libri. Quanto era bello andare al lavoro in tram o viaggiare in treno per le trasferte! Molti dei libri che ho letto in tram o treno sono associati ai ricordi del paesaggio che scorreva fuori dal finestrino. Luoghi apparentemente distanti dal libro e da chi lo legge corroborano invece la parola scritta e la aiutano a fissarsi meglio nella mente. Così, ogni volta che passo davanti alla Rai di corso Sempione, non riesco a non pensare alla bella Micol Finzi-Contini, oppure, in via Ariosto, all'aneddoto del salumiere Abbiati di piazza del Tricolore, raccontato dal grande Giorgio Bocca ne Il Provinciale. Bocca, piemontese austero, si innamorò di Milano negli anni cinquanta e non la lasciò mai più. E noi, innamorati malinconici, guardiamo il cielo scuro e carico di pioggia, sperando di poter tornare presto a leggere su uno dei nostri bei tram di inizio Novecento.

Via Lazzaretto, incrocio con viale Tunisia, Milano

Novembre 2020. Viale Tunisia non è certo una strada famosa per il suo verde pubblico, ma a me piace tantissimo, per via delle sue splendide architetture razionaliste. In questa scena grigia di fine autunno, fa irruzione una bella auto colorata. Provvidenziale, direi: anche io guido una Panda e il giallo è il mio colore preferito. La fortuna del dilettante.

Primavere passate

 Nelle grandi città, l'altro è sempre stato visto con sospetto e un po' di fastidio: l'altro è quello che hai davanti per strada...