lunedì 16 novembre 2020

Ago e filo

 La mia prima visita a Milano risale all'ormai lontanissimo giugno 2000. Non avevo ancora compiuto diciott'anni e la metropoli lombarda mi sembrò la città più bella che avessi mai visto (a parte Roma, delle grandi città europee avevo allora visitato solo Vienna e Parigi). Posso dire che il mio innamoramento per Milano risalga proprio a quella prima volta: solitario, la scoprii con l'unico ausilio della cartina geografica, delle gambe e del metrò (non ero mai stato da solo sui mezzi pubblici urbani in vita mia). Fu un'emozione fortissima, il cui ricordo custodisco gelosamente ancora oggi. Di tutte le cose nuove che vidi e che ammirai con stupore, mi colpì di più il Monumento Ago, Filo e nodo: la sua potenza cromatica e geometrica mi stregò al punto da diventare per me una delle immagini simbolo di Milano. In fondo, questo monumento riassume tutte le caratteristiche della città: è proteso verso l'alto, rappresenta il design, la moda e la mescolanza di colori che fanno di Milano il melting pot del nostro Paese.

Ago, filo e nodo, piazzale Cadorna, Milano

Una notte di fine agosto, in una città ancora deserta

Nessun commento:

Posta un commento

Primavere passate

 Nelle grandi città, l'altro è sempre stato visto con sospetto e un po' di fastidio: l'altro è quello che hai davanti per strada...