sabato 5 dicembre 2020

Uomini in scatola

 Tra i pochi vantaggi di questo ponte di Sant'Ambrogio, piovoso e forzatamente domestico, c'è sicuramente quello di non dover usare l'automobile per ben quattro giorni. Ogni tanto mi fermo a riflettere su quanto tempo sia costretto a trascorrere chiuso nella mia scatola motorizzata e, se da un lato mi sento fortunato perché il percorso casa-lavoro è davvero breve (circa 13 chilometri, andando contro il traffico pendolare), dall'altro mi turba constatare che la guida è (o dovrebbe essere) un'attività incompatibile con qualsiasi altra, specialmente la lettura. Un'ora al giorno di auto per un intero anno lavorativo sono più o meno 240 ore, quindi dieci giorni di vita assolutamente dedicati al volante e non ai libri. Quanto era bello andare al lavoro in tram o viaggiare in treno per le trasferte! Molti dei libri che ho letto in tram o treno sono associati ai ricordi del paesaggio che scorreva fuori dal finestrino. Luoghi apparentemente distanti dal libro e da chi lo legge corroborano invece la parola scritta e la aiutano a fissarsi meglio nella mente. Così, ogni volta che passo davanti alla Rai di corso Sempione, non riesco a non pensare alla bella Micol Finzi-Contini, oppure, in via Ariosto, all'aneddoto del salumiere Abbiati di piazza del Tricolore, raccontato dal grande Giorgio Bocca ne Il Provinciale. Bocca, piemontese austero, si innamorò di Milano negli anni cinquanta e non la lasciò mai più. E noi, innamorati malinconici, guardiamo il cielo scuro e carico di pioggia, sperando di poter tornare presto a leggere su uno dei nostri bei tram di inizio Novecento.

Via Lazzaretto, incrocio con viale Tunisia, Milano

Novembre 2020. Viale Tunisia non è certo una strada famosa per il suo verde pubblico, ma a me piace tantissimo, per via delle sue splendide architetture razionaliste. In questa scena grigia di fine autunno, fa irruzione una bella auto colorata. Provvidenziale, direi: anche io guido una Panda e il giallo è il mio colore preferito. La fortuna del dilettante.

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